Il crepuscolo -pensai allora- è solo un'illusione, perché il sole è sempre così sopra o sotto la linea dell'orizzonte. Ciò significa che il giorno e la notte sono legati come poche altre cose al mondo, non possono esistere l'uno senza l'altro e tuttavia non possono esistere insieme. Come ci si può sentire, pensai, quando si è sempre uniti e sempre divisi?

giovedì 6 novembre 2014

Piove come ti penso. Fortissimo.



E’ confortante il rumore della pioggia.

E’ confortante questa solitudine costruita pazientemente tra le pagine di questo diario e il rumore di fondo che fa il silenzio.
Il silenzio non parla. Questo ci insegnano i cinici. Il silenzio non ha nulla da dire. Sarà. Eppure c’è una specie di densità ovattata che riveste le cose, che le avvolge e che ti obbliga a dire tutto quello che pensi per non rivelare davvero tutto quello che provi. Guardo fuori. Nel grigiore industriale dei nubifragi mi piace cercare qualcosa che sia fuori luogo, fuori contesto, il canone inverso. L’ombrello rosso, gli stivali gialli, lo zaino verde. Forse la verità è che bisogna stonare fortissimo per andare davvero d’accordo col mondo.

venerdì 24 ottobre 2014

Piccoli particolari...


Emotiva. Instabile. Fragile. Vulnerabile. Autolesionista. Confusionaria. Contraddittoria. Magari egoista.  Ansiosa. Autentica. Comunicativa ma anche sociopatica. Debole. Diretta. Imprudente. Passionale. Incostante. Impulsiva fin troppo. Triste. Umorale. Orgogliosa. Irragionevole. Collerica. Ingenua. Caparbia. Piena di complessi. Irrazionale. Possessiva. Credulona. Fiduciosa. Speranzosa. Triste. Afflitta. Ferita. Sciocca. Spontanea. Sicuramente prevedibile. Complicata. Irascibile. Tenace. Problematica. Aggressiva. Lunatica. Acida. Capricciosa.

Ma non stupida.



venerdì 17 ottobre 2014

One






"Alcune canzoni, se chiudi gli occhi, diventano persone."Stamattina, e forse non a caso, sono incappata in questa citazione...Riflettevo sulla stessa cosa ieri sera, mentre ero intenta a guardare un talent show musicale. Sono un'amante della musica da sempre, spesso mi lascio cullare dalle note, e soprattutto sono un'amante dei testi: se avesse un testo che mi colpisce, poetico e accattivante, ascolterei anche all'infinito una canzone rap, genere del quale non vado matta. Accoccolata sul divano, ho avuto l'impressione che qualcuno avesse selezionato le canzoni in base ai miei gusti musicali, anzi, ancor più, in base al legame che io ho con alcuni brani. Credo che sia capitato a ognuno di noi, e che capiti ogni giorno, di essere colpiti da una canzone, perché magari le parole descrivono alcuni stralci della nostra vita, o sono capaci di mettere nero su bianco le nostre emozioni...Abbiamo tutti dei testi, o anche solo dei brani esclusivamente musicali, che consideriamo la "nostra canzone"... Le lacrime scendevano dolcemente, mentre ascoltavo quelle voci sapienti e calibrate a dovere, articolare quel connubio perfetto di note e d'emozione. Mi è bastato chiudere gli occhi per immaginare come se fosse appena successa, una circostanza, una voce, alcune parole, un'immagine. Tutto era nitido nella mia mente...Un particolare ricordo, legato a una particolare canzone. Un ricordo bello, a volte un ricordo doloroso, spesso un ricordo poco sereno, ma sicuramente un ricordo ancora denso di significato e d'emozione. Allora ho capito che quando il cuore parla, la mente non dovrebbe obiettare...e che anche se i nostri ricordi sono associati a un'attività mentale, è sempre il cuore che seleziona quali lasciare a galla e quali affogare.

mercoledì 1 ottobre 2014

Ottobre...

Ti attendo per tre stagioni, come si aspettano i grandi amori, ti aspetto con la mia malinconia, quella dei bambini dietro le finestre che aspettano il papà la sera. Fuori la pioggia e il vento improvvisano una rivoluzione. Ti attendo sabotando le risate dell’estate, il calore del caminetto d'inverno, il verde, illusione della primavera. Ti aspetto con l’ansia di chi non crede al tempo ma lo insegue, alle bugie dello spazio che non c’è e poi si trova, come in tasca una moneta o un accendino, ti attendo per piangere foglie rosse, per sorridere nella nebbia ovattata del mattino, ti attendo con la pelle diafana come un cielo coperto, io che non cedo alle lusinghe del sole. Ti attendo con gli occhi lucidi delle prime pozzanghere, con la voce rauca del tergicristallo al termine di un acquazzone.
E tu arrivi, vestito di brividi, esplodi ogni mia molecola in gemme di fiori, nel dolore della nascita fiorisco e sanguino, sbocciano i rimpianti per i mesi a venire, le pagine girate dal vento, i capelli sul viso. Corri veloce nei miei occhi fino al fulcro della paura, le mani sono radici che rovesciano la terra dal cielo, coriandoli di realtà precipitano nella mia bocca spalancata:  dissetami di risate verso il futuro, aiutami a dipingere  il soffitto color del cielo prima di un temporale e guardami appendere quadri di paesaggi autunnali alle pareti...Le gabbie non esistono, non resistono all’esplosione dello specchio che ci siamo creati guardandoci, tu nei miei riflessi rossi, io nei tuoi confini nudi...Ottobre...


domenica 21 settembre 2014

..........

Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prim'ancora che i corpi si vedano. Generalmente, essi avvengono quando arriviamo a un limite, quando abbiamo bisogno di morire e rinascere emotivamente.

{P. Coelho}


venerdì 12 settembre 2014

Fatal error



Il mio vecchio pc mi ha detto addio. Stentavo a crederci quando aveva problemi a riavviarsi. L'ho portato in assistenza e dopo aver funzionato per un altro paio di giorni ha ufficialmente lasciato questo mondo, e ha ufficialmente lasciato me in uno stato malinconico che rasenta la "disperazione". Era solo un pc, in fondo, nulla di insostituibile, penserete voi! Già, lo penserei anch'io se fosse il pc di qualcun altro e se non fossi cosciente del fatto che tra le informazioni salvate c'era una parte della mia vita che conosco solo io e che conservo quasi fosse un oracolo. Se fossi stata più previdente avrei fatto delle copie, ma alcune cose non possono essere duplicate, non i sentimenti che erano racchiusi in quei files. Foto, brevi conversazioni, messaggi, disegnini...e anime. Lì c'era una parte di quell'anima che ho già perduto tra i meandri angusti delle strade della vita. Lì c'erano palpiti, sorrisi, lacrime, urla, cuore. Quelli che ora ho l'impressione d'aver perso definitivamente, anche se sono ancora nitidi e vivi nella cartella della memoria e delle emozioni. Avrei sperato di poter resettare e di poter recuperare almeno qualcosa, ma nulla. Il buio di quello schermo ha il colore dei miei pensieri.

venerdì 29 agosto 2014

Le parole che non ti ho detto.



Questa mattina verso le 8.00 squilla il telefono. Sobbalzo, di solito non ricevo telefonate a quell'ora. Guardo il numero sul display e il cuore comincia a battere all'impazzata...Aspetto quella telefonata da qualche giorno, anche se ho sperato che l'interlocutore temporeggiasse ancora un po'. Rispondo...qualche convenevole di circostanza, una risata di cuore da parte mia e finalmente un sospiro di sollievo. Gli esami sono negativi...mi vesto in fretta e in furia, prendo la macchina intenzionata ad andare in ospedale per ritirare il referto, voglio constatare con i miei occhi che non dovrò morire a breve. Ultimamente sono diventata decisamente ipocondriaca, sarà per via dell'avanzare dell'età, o forse perché di recente ho perso una cara amica. Ma sorvoliamo su questo tasto........
Come dicevo, prendo la macchina e mi avvio verso il laboratorio analisi. Ritiro il plico e sì, da quel poco che posso capirci, non appena leggo i valori mi rendo conto che sono realmente negativi e mi sento pervadere da una sensazione di benessere.
Sono sulla via del ritorno, quando scorgo l'imbocco di quella viuzza, l'ultima di quel piccolo paese di fronte al mare, quella meno frequentata dagli avventori estivi, quella nella quale, molte mattinate d'inverno, mi sono rifugiata per stare in compagnia di me stessa. Ma è passato qualche tempo, decido di tirar dritto. Niente, sembra che ci sia un magnetismo particolare, qualcosa che mi attrae come non mai. Imbocco la via seguente, giro a destra e proseguo senza ulteriori esitazioni. Eccolo là, a pochi passi dalla battigia, il mio salice, compagno fedele nelle giornate di pioggia e malinconia. E' un sollievo vederlo ancora là. Mi avvicino piano, spengo il motore e la musica della radio e mi metto in ascolto. La brezza marina sfiora leggermente le fronde e il suono dolce che ne esce si amalgama meravigliosamente con il frangersi delle onde sul bagnasciuga...Di solito arrivavo lì, tiravo fuori un quadernino e mi mettevo a scrivere. Tutto ciò che mi si materializzava nella mente, le inquietudini della mia anima, semplici pensieri d'amore. Improvvisamente vengo rapita dalla stessa voglia di allora. Non ho il quadernino con me, frugo nella borsa, solo qualche scontrino e un paio di ricevute della banca...Mi viene in mente la busta del plico che mi hanno appena rilasciato. Non esito, la svuoto del contenuto, prendo la mia adorata stilografica e butto giù parole su parole, un'infinità, senza rendermene conto...Ricordi, pensieri, sensazioni, confessioni, dichiarazioni. Le scrivo con gli occhi lucidi e con il cuore che mi sconquassa il petto. Sorrido e mi dispero nello stesso momento. Dopo una decina di minuti, quel testimone silenzioso dei miei perché è completamente pieno. Rimane libero solo il bordo laterale destro "Tra quanti sospiri mi cercherai? Sei le parole che ho sempre avuto nel cuore, quelle che so scrivere anche con la mano sinistra" e poi ancora due parole, piccole scritte in piccolo, perché non ho più spazio, due parole così piccole capaci di contenere l'infinito. Non rileggo. Arrotolo la busta su se stessa come una vecchia pergamena, la infilo in una bottiglietta d'acqua vuota...mi dirigo verso il mare, esprimo un desiderio e la invio. Chissà se ti arriva il mio pensiero...

lunedì 25 agosto 2014

Questa sera...



Il mio pc, un bicchiere di vino rosso e le stelle...Finalmente un po' di tempo per me in queste intense giornate di fine estate. C'è una brezza marina frizzantina, stasera. Fa quasi freddo, ma che importa, me ne sto qui cullata dai grilli e mi godo un po' di silenzio. Amo stare in silenzio, lo reputo un'ottima compagnia, mi permette di ascoltare più nitidamente il vociare della mia Anima...Mi parla, mi conforta, mi seduce. Mentre scrivo inspiro forte e chiudendo gli occhi, cercando di distinguere gli odori intorno a me...la resina dell'abete dietro casa, l'erba falciata al mattino che con la prima umidità della sera si condensa in una nuvola di vapore fresco, la terra che emana un profumo di corteccia e semplicità. Sorseggio una boccata di questo nettare rosso, mi dà un po' di calore, mentre l'aria intorno comincia a farsi ancora più fresca. In lontananza si sente lo stridere del treno, e il mare in burrasca. Ho una strana sensazione, ultimamente ritorna spesso a farmi visita, un brivido improvviso, ma non per il freddo. Qualche tempo fa lo associavo a un pensiero. Mi chiedo se in questo stesso istante, altri occhi che non siano i miei, stiano guardando lo stesso cielo, là verso il carro dell'orsa maggiore, che in queste sere chiare è una piacevole compagnia. Mi chiedo se qualcun altro, altrove, abbia lo stesso brivido...se un pensiero arrivi, se un cuore cominci a battere più forte. Lo sguardo si fa liquido. Chiudo il pc, ho un libro che mi aspetta. Buonanotte

mercoledì 13 agosto 2014



Per seguire il proprio cuore, Uno deve fare la cosa sbagliata.

{L'uomo bicentenario}

Robin sempre nel mio cuore...

mercoledì 30 luglio 2014

Proprio al tuo fianco....



Torno da un breve periodo di vacanza. Avevo bisogno di respirare un po' d'aria nuova. Lasciare la vita lì dov'è e partire. Ho accolto con favore l'invito di un'amica e mi sono concessa qualche giorno per me, per me sola, senza le incombenze quotidiane, solo con la compagnia della leggerezza che solo l'amicizia in alcuni momenti può portare...Qualche ora di macchina verso il nord, cantando canzoni stonate e ricordando gli episodi della nostra adolescenza...La strada è volata via lieve, tra qualche scroscio di pioggia e la calura della Pianura Padana...e poi ancora su...Il vento del nord ci sfiorava sempre con maggior forza, trasportando con sé l'odore degli abeti, dei sentieri di montagna, della brezza del lago. Una notte trascorsa a chiacchierare, a confessarci segreti e speranze. La mattina decidiamo per una passeggiata in città. Mi tremava l'anima al solo pensiero di essere lì. A un passo da chi mi fa scuotere il cuore in petto...Oh, non credo che sappia che sono ancora totalmente e brutalmente "avvinghiata" a lui. Mi piacerebbe pensare però che anche solo per un attimo abbia percepito qualcosa nell'aria che gli ha evocato un pensiero. L'ho cercato in ogni sguardo, in ogni persona di spalle, in ogni auto...Ne sentivo quasi il profumo dietro ogni angolo, nell'aroma di quel blando caffè in quel bistrot! Ero così vicina, tutto aveva il suo sapore, l'aria fresca mi portava la sua voce...La mia cavigliera tintinnante richiamava involontariamente qualche occhiata fugace...ma no. Il suo sguardo non c'era...né probabilmente il suo pensiero. Mi avrebbe sentita, avvertita...ma qualche anno fa. Ora forse è troppo tardi.

martedì 8 luglio 2014

Molte vite, un solo Amore



A ciascuno di voi è riservata una persona speciale. A volte ve ne vengono riservate due o tre, anche quattro. Possono appartenere a generazioni diverse. Per ricongiungersi con voi, viaggiano attraverso gli oceani del tempo e gli spazi siderali. Vengono dall'altrove, dal cielo. Possono assumere diverse sembianze, ma il vostro cuore le riconosce. Il vostro cuore le ha già accolte come parte di sé in altri luoghi e tempi, sotto il plenilunio dei deserti d'Egitto o nelle antiche pianure della Mongolia. Avete cavalcato insieme negli eserciti di condottieri dimenticati dalla storia, avete vissuto insieme nelle grotte ricoperte di sabbia dei nostri antenati. Tra voi c'è un legame che attraversa i tempi dei tempi: non sarete mai soli.
L'intelletto può intromettersi e dire: “Io non so chi tu sia”, ma il cuore lo sa.
Lui ti prende la mano per la prima volta e la memoria di questo tocco trascende il tempo, e fa sussultare ogni atomo del tuo essere. Lei ti guarda negli occhi, e tu vedi l'anima gemella che ti ha accompagnato attraverso i secoli. Ti senti rivoltare le viscere. Hai la pelle d'oca. Tutto, al di fuori di questo momento, perde importanza.
Lui può anche non riconoscerti, anche se finalmente l'hai incontrato di nuovo, anche se in effetti lo conosci. Ma tu puoi sentire il legame che esiste tra voi. Puoi vedere la carica potenziale, il futuro. Lui forse no. Le sue paure, il suo bagaglio intellettuale, i suoi problemi gli creano come un velo sul cuore.
Ed egli non lascia che tu l'aiuti a dissipare quel velo. Tu t'affliggi e ti struggi, lui se ne va. Il destino può essere così delicato.
Quando invece due persone si riconoscono reciprocamente, non c'è vulcano che erompa con maggiore passione. L'energia liberata è enorme.
Il riconoscimento dell'anima gemella può essere immediato. Si avverte un'improvvisa sensazione di familiarità, di conoscere già questa persona appena incontrata, ben oltre i limiti cui arriva la mente consapevole.
Di conoscerla così profondamente come di solito accade solo con i più intimi membri della famiglia. O anche di più. E di sapere già cosa dire, e come l'altro reagirà. Nasce quindi un senso di sicurezza, e una fiducia ben più grande di quella che si potrebbe pensare di raggiungere in un solo giorno, in una settimana, in un mese.
Il riconoscimento dell'anima può essere un processo sottile e lento. All'inizio, magari solo un albore di consapevolezza nel momento in cui il velo viene delicatamente sollevato. Non tutti sono pronti ad accogliere subito la rivelazione. C'è una progressione da rispettare, e può darsi che si renda necessaria, da parte di chi lo comprende per primo, un certa pazienza.
A farti capire che ti trovi di fronte a un tuo compagno d'anima può essere uno sguardo, un sogno, un ricordo, un sentimento. E tale risveglio può avvenire anche attraverso un tocco delle mani di lui, o il bacio delle labbra di lei, e la tua anima balza di nuovo alla vita.
Il tocco che desta può essere quello del tuo bambino, di un tuo genitore, di un fratello, o quello di un amico vero. Oppure può essere quello del tuo diletto, che arriva a te attraverso i secoli, per baciarti ancora una volta, e per ricordarti che siete sempre insieme, fino alla fine dei tempi.

Brian Weiss

lunedì 30 giugno 2014

Niente mi sfiora, ma tutto mi tocca l'anima.



Perché non smettiamo mai di svegliarci dentro gli stessi sogni? Mi faccio spesso questa domanda. A volte ho l'impressione che il tempo si sia fermato...che il contatto con la pelle non sia mai svanito. Perché alcune presenze, che ritroviamo solo nei sogni, sono più intense e vere che mai, tanto da percepire le dita che si intrecciano, il fluire del tempo che corre sui quadranti degli orologi, sempre troppo in fretta, ma che in ogni secondo si riempie d'eternità? Mi faccio spesso queste domande, ma altrettanto spesso, glisso le risposte, che so essere già dentro di me, perché spero che arrivi qualcuno e mi racconti un'altra verità...una verità che non sia quella cruda che vedo io, ma che contenga l'essenza stessa del sogno...Una verità in cui nulla appaia com'è, cancellando il vapore sul riflesso dello specchio della realtà. Una verità che sia come un regalo di compleanno inaspettato, come un fiore che sboccia sotto la neve a gennaio, come parole nuove che sboccino nell'anima. Parole nuove e piene di speranze, speranze che siano l'altra verità, sfaccettatura ombrosa di una realtà che non vorrei m'appartenesse. Ma al risveglio, ogni mattina, mi ritrovo in un paesaggio in cui non vedo nessun fiore sotto la neve, ma solo il suo riflesso bianco, anche in queste calde giornate di giugno, un riflesso così bianco da far male al cuore. Vorrei dare un senso a queste parole incrociate e disordinate, ogni giorno , quando apro gli occhi, ogni giorno dal giorno in cui ho preso coscienza, che alcune cose si modificano ma che non si possono e che non voglio distruggere, perché hanno edificato dei castelli nella mia anima, castelli in cui io sono ancora la stessa principessa di sempre, che aspetta alla finestra, tra boccate fumose, il suo principe che arriva a rapirla col suo cavallo bianco...Mi sento così piccola a volte, e così fragile, anche se sono stata capace di costruirmi una corazza, anche se tutto il dolore che ho covato dentro mi ha resa per certi versi più spinosa, ma anche molto più frangibile: un semplice soffio può far sbriciolare i petali che ho lasciato appassire negli anfratti segreti del libro della memoria. Perché non smetto di svegliarmi dentro lo stesso sogno? Fondamentalmente lo so, vorrei sussurrare a quell'anima stanca ed evanescente che incontro nelle mie notti agitate di venirmi più vicino, non importa se ci sono stati nuovi sogni, quelli sono ormai passati, non importa quanto abbia regalato agli altri dei tasselli della sua anima, si sa che l'intero spesso si ricompone, non importa se ciò che era non ritornerà tal e quale a com'era, mi sta bene ciò che è, ciò che è stato, ciò che era, come mi parlava, quei sussurri spesso stanchi, quegli sguardi pieni anche nei momenti di silenzio. Vorrei sussurrargli di restare, di essere, come nessuno è mai riuscito a essere mai. Vorrei sussurargli se posso tenerlo ancora, anche quando fa male, anche quando torna in silenzio e in punta di piedi, ma i suoi passi fanno un rumore assordante nella mente e nel cuore. Quei passi silenziosi che fanno subito rumore. Vorrei chiedergli cosa sente dentro...e dirgli che io mi sento come un foglio bianco scarabocchiato con un inchiostro indelebile. Che il tempo non può cancellare. Che continua a scrivere, a parlare, a sussurrare con quella voce roca: torna. Anche se io non sono mai partita, malgrado le apparenze. Che di quei ricordi non me ne sono mai dimenticata, che continuo a vivere quei sogni, in bilico tra la ragione e l'anima. Vorrei dirgli che ho scoperto quanto "sia silenzioso il destino, quando, d'un tratto, esplode." Di raccontarmi di come tutto scorre e tutto rinasce. Vorrei dirgli che non mi pento del tempo speso a ingrandire l'illusione, raccolgo conchiglie, lettere, ricami di pensiero e fantasie...Non fa male...l'ho scelto io. Aspettarlo. Aspettarmi. Aspettarci.

martedì 3 giugno 2014

Rompere il silenzio....

Volevo scriverti, non per sapere come stai tu, ma per sapere come si sta senza di me. Io non sono mai stata senza di me e quindi non lo so. Vorrei sapere cosa si prova a non avere me che mi preoccupo di sapere se va tutto bene, a non sentirmi ridere, a non sentirmi canticchiare canzoni stupide, a non sentirmi parlare, a non sentirmi sbraitare quando mi arrabbio, a non avere me con cui sfogarsi per le cose che non vanno, a non avermi pronta lì a fare qualsiasi cosa per farti stare bene. Forse si sta meglio, o forse no. Però mi e venuto il dubbio e vorrei anche sapere se ogni tanto questo dubbio è venuto anche a te. Perché sai, io a volte me lo chiedo come si sta senza di te, poi però preferisco non rispondere, che tanto va bene così. Ho addirittura dimenticato me stessa per poter ricordare te.

S.K.