Il crepuscolo -pensai allora- è solo un'illusione, perché il sole è sempre così sopra o sotto la linea dell'orizzonte. Ciò significa che il giorno e la notte sono legati come poche altre cose al mondo, non possono esistere l'uno senza l'altro e tuttavia non possono esistere insieme. Come ci si può sentire, pensai, quando si è sempre uniti e sempre divisi?

martedì 30 novembre 2010

A furia di sognarli, I SOGNI si Avverano!

Jacopo Fo asserisce che sia così. Fino a qualche tempo fa lo pensavo anch'io, anzi ne ero pienamente convinta...
Ma ora tutte le mie convinzioni cominciano a vacillare.
E' davvero così semplice desiderare qualcosa con tutte le nostre energie e far sì che proprio per questo motivo ci arrivi un segno, o la nostra vita prenda finalmente la strada che abbiamo tanto agognato?
Qualcuno mi ha detto, che i sogni sono tutti realizzabili, ma purtroppo la mente talvolta la fa ancora da padrona, e in questo modo mette i paletti al percorso naturale del cuore.
Cosa fare, crederci ancora o no? Continuare a lottare o abbandonare quei sogni che conservi tanto gelosamente nel cuore? Arrendersi o resistere? Non lo so, sinceramente non lo so più. Se da un canto il cuore mi dice di proseguire su questo percorso, ora davvero il raziocinio comincia a fare capolino tra la rete dei pensieri.
Mi fa male persino dirlo, sento una morsa nell'Anima quando penso che forse dovrei mollare le briglie e lasciarli andare...Peccato che non sia riuscita mai a domarli. Ad accarezzare loro la criniera...
Le mani tremano, non riesco neanche a scrivere e a mettere in ordine i pensieri. E c'è qualcosa nella gola che non scende, il classico nodo che si tenta di reprimere, ma che prepotentemente invece tende a soffocarci.
Forse dovrei fare una pausa, chiudermi per un po' nella mia stanza, fuori dal mondo e lontana da tutti e capire, capire cosa veramente desidero fare, perché quel che voglio lo so già. Non lascerei mai che il mio sogno sfumi, ma se fosse già sfumato e io non me ne fossi accorta? L'Amore è davvero cieco come si dice, tanto da annebbiarci la mente e da non darci possibilità di vedere con chiarezza ciò che succede davanti a noi?
Prendo un respiro profondo, ricaccio dentro il sale delle mie emozioni, e vado avanti. Chiudo questa pagina e cerco di non farmi condizionare da ciò che ho scritto ora, dalle rivelazioni che forse solo scrivendo faccio a me stessa. Quando le cose sono messe nero su bianco sembra che si comprendano meglio. O sono forse io che non voglio comprenderle?

martedì 23 novembre 2010

Quando l'abbraccio diventa volo...




Non desidero che tu sia vicino a me,

desidero che tu sia dentro me,

desidero fondermi in te,

desidero il tuo respiro nel mio respiro,

desidero baciarti e soffocare nel tuo bacio,

desidero che tu sia anima della mia anima,

desidero che tu sia sangue del mio sangue,

sangue che scorre nelle mie vene,

desidero tirar via il mio e farci scorrere il tuo...

Desidero il tuo abbraccio come linfa vitale,

desidero il tuo abbraccio per poter rinascere,

vivere, volare....



lunedì 22 novembre 2010

Lettera a....

Cara Anima mia, malinconica Anima mia...quante volte di ho vista piangere in questo ultimo periodo. Hai pianto di gioia, d'emozione, hai pianto per la paura, per il dolore, hai pianto perché non potevi far nulla per chi hai nel cuore. Hai pianto perché ti sei sentita abbandonata e sola, hai pianto quando hai visto il castello di speranze che avevi costruito con tanto amore, essere spazzato via dal primo soffio di vento, come un castello di carte. Ti ho vista piangere per una storia diversa dalle altre, abbracciando il buio e il niente ogni notte, buio e notti che continuerai ad abbracciare da sola, e solo tu.
Cara malinconica Anima mia, ti ho vista scrivere lettere con l'inchiostro dell'Amore, lettere alle quali probabilmente non avrai risposta, ma che hai scritto per sentirti meglio, per palesare quei sentimenti che altrimenti ti avrebbero soffocata.
Cara malinconica Anima mia, solo io posso sapere quanto ti manchino le sue parole, i suoi respiri che ti sfioravano il cuore, i suoi sospiri che ti accarezzavano dolcemente il viso...
Cara malinconica Anima mia, hai dovuto rinunciare a quelle piccole cose che nella loro piccolezza ti rendevano felice, che ti hanno fatto capire molto, che ti hanno cambiata per sempre...
Cara malinconica Anima mia, hai visto spegnersi le Emozioni, le hai viste sciogliersi come neve al sole, ma proprio per questo riesci a scandagliare dentro te stessa e a comprendere quanto hai amato e quanto ancora ami...chi non  condivide più le sue emozioni con te...
Cara malinconica Anima mia, ti ho vista brancolare nella nebbia fitta dei pensieri, cercare di andare incontro a ciò che non hai più, benché con la consapevolezza di non poterlo ottenere, non ora almeno. Forse mai...
Ti ho vista alzare gli occhi al cielo in cerca del tuo infinito, e solo io posso sapere a cosa pensi, scrutando quel cielo che ormai, non vuole regalarti più nulla. Quello che ti resta da prendere è solo tanta pioggia, una pioggia dolce di ricordi, ricordi di vecchie emozioni, piccole incertezze e grandi verità.
Cara malinconica Anima mia, lascia che quella lacrima che reprimi sgorghi fuori liberandoti, ti sfiori il viso e ti tocchi le labbra, lascia che dica ciò che vorrebbe dire, ciò che celi nel tuo cuore, lascia che porti fuori la dolcezza e la tenerezza che stai nascondendo sapientemente dentro per non cadere...ancora.Cara malinconica Anima mia, lascia che i tuoi occhi sorridano ancora, specchio profondo dei tuoi sentimenti, perché così deve essere, perché solo un sorriso può riportarti alla vita, alla tua, cara malinconica Anima mia.

martedì 16 novembre 2010

Io, me e il clown di me stessa.

Indugio davanti allo specchio. Ultimamente lo faccio spesso. Non per una forma di vanità. Non per un vezzo narcisistico. Lo faccio perché ho bisogno di percepire cosa percepisce chi mi vede incontrando il mio sguardo e il mio sorriso. Non sono mai stata capace di dissimulare le mie emozioni, i miei stati d'animo, i miei moti interiori.
Non sono capace di ostentare un viso e di fare cattivo gioco. No, non è da me, e chi mi conosce e chi mi sa leggere, capta che dietro quelle rughe d'espressione si cela un'immagine che non è quella che è immortalata nella mia anima.
Indugio ancora, mi guardo, scandaglio me stessa. Prendo la mia trousse e mi trucco, mi trucco forte.
Parto dagli occhi che sono lo specchio del mio essere. Creo linea decisa sotto e sopra le palpebre, li nascondo dietro un nero per celare la loro luce, o la loro non luce. Passo nevroticamente strati di mascara, strati su strati che appesantiscono il mio sguardo. Stendo un velo di ombretto grigio, con un punto di luce perlato vicino alle sopracciglie. Guardo l'effetto che fa! Mi piace, uno sguardo pesante ma artificiale, sì, proprio quello che desideravo. Dissimulare la pesantezza dello sguardo usando espedienti artificiosi.
Poi passo alle guance. Hanno un pallore inusueto ultimamente, le coloro, con un tocco deciso di fard, scavando gli zigomi con un gioco d'ombre, voglio emaciare le mie rotondità, e smussare quell'aria tenera che mi contraddistingue....
Il risultato è eccellente. Uno sguardo inteso, un viso quasi virile, un'espressione forte che non teme confronti. Potrei sfidare il mondo così, ma non sono ancora appagata.
Passo alle labbra. Le bordo con una matita rossa, rosso vermiglio, rosso sangue, rosso amore. Hanno una forma deliziosa, sì, lo riconosco. Forse la parte che apprezzo di più del mio viso.
Poi passo a dipingere la tenera mucosa con un tocco di gloss, rosso, lucido, passionale, accattivante. Splendido risultato. Sì, senza ombra di dubbio. Ho creato un dipinto perfetto. Ma a che pro? Perché inficio il mio viso con tutti questi artifici? Perché devo modificare le pieghe delle mie espressioni? No, non è da me. Apro il getto d'acqua del rubinetto e tolgo via tutto quel lerciume. Lavo via quelle creme, quegli intrugli con un colpo deciso di mani. Posso essere il clown di me stessa con gli altri. Ma non voglio esserlo con me stessa. Posso volermi dipingere come un "Picasso", ma non vorrei mai avere esigenza di farlo, vorrei che le mie emozioni trapelassero dal mio sguardo, che la mia tristezza, quando ci sia, veli il mio sorriso, vorrei poter trasmettere gioia con la luce dei miei occhi, vorrei che si leggesse malinconia in quella ruga leggera che si forma sulla curva del labbro superiore. Vorrei mostrare la mia nostalgia, o la mia felicità, anche per piccole cose, ma vorrei che a trasmetterle fosse il mio viso. Con le sue linee morbide e con i suoi colori.
Non voglio trucchi, né falsi sorrisi. No. Voglio mostrare semplicemente me stessa. Con la parte migliore di me.

lunedì 15 novembre 2010

Sogni e bisogni

Sono un po' latitante in questi giorni, di una latitanza quasi forzata. Non sono neanche più entrata nel blog perché avevo bisogno di riflettere e pensare senza farmi condizionare dagli scleri mentali che mi prendono quando sono particolarmente instabile.
Ho avuto bisogno di pensare ad altro, di farmi assorbire da altri interessi, da altre parole.
Ma sembra che il mondo che mi gira intorno, abbia il potere di riportarmi al fulcro dei moti che scuotono la mia Anima.
Ho parlato al telefono con un'amica la scorsa settimana, ci siamo sentite spesso. Ha problemi di famiglia e l'impossibilità di sfogarsi al meglio con le persone che gli sono vicine.
Ha cercato conforto in me, e nonostante i miei malesseri, sono stata felice di averle potuto portare anche una sola parola e un solo pensiero che possa averle scaldato il cuore.
Ne avevo bisogno anch'io. Avevo e ho bisogno di tirare fuori quella parte di me, che ultimamente, celo con la maschera che mi sono voluta dipingere in volto.
Avevo bisogno di sentire una voce amica, e malgrado avrei preferito farlo in altre circostanze e per altri eventi, il suo incontro mi ha calmata e mi ha aiutato a eviscerare molte delle mie emozioni, che devo sforzarmi di seppellire nelle cavità più remote di me stessa, per proteggerle da sguardi indiscreti, e da chi probabilmente non le comprenderebbe.
Avevo bisogno, quanto lei di conforto...Avevo bisogno di un abbraccio, benché a distanza.
E' stato piacevole parlare con lei. E' stato piacevole e doloroso nel contempo, perché vorrei poterla sollevare dalle pene che la stanno soffocando in questo momento.
Vorrei che i sogni ricorrenti che sta facendo non abbiano presagi nefasti. Perché quando lei sogna, di riflesso tremo. Abbiamo affrontato diverse volte l'argomento dei sogni premonitori. Io non credo d'averne mai fatti in vita mia, ma le sue attività oniriche invece, non sono attività normali. Ogni qual volta mi riferiva un sogno appena fatto e il probabile significato che le voleva attribuire, puntualmente si verificava qualche circostanza poco piacevole che minava la sua stabilità.
E non solo lei mi ha parlato di sogni premonitori in questi giorni. Ieri, in uno dei pochi messaggi che ci scambiamo giornalmente con lui, l'ho letto turbato per un sogno che aveva fatto la notte precedente e che mi riguardava. Mi ha scritto che non vorrebbe fosse un sogno premonitore.
E da ultimo stamattina, una mia carissima amica, mi contatta e mi dice d'avermi sognata in un contesto positivo, con una luce negli occhi mai vista prima e un sorriso sul viso che lasciava intravedere quello nel cuore. Mi ha chiesto se era successo qualcosa di positivo, qualcosa che potesse avermi allietato l'Anima. Purtroppo le ho dovuto rispondere di no, e di riflesso la sua replica è stata "Non è detto".
Come asserivo in precedenza, non ho mai dato peso ai sogni, non ho mai visto premonizioni nei miei sogni, ma so per certo che alcune persone hanno una sensibilità diversa a riguardo, che traspongono nei sogni i loro bisogni. E' possibile che sia davvero così? E' possibile che nei sogni notturni si manifestino i desideri e i moti scatenati dai sogni diurni? Oppure è possibile che si creino delle circostanze tali da farci sognare cose che invece non desideriamo e alle quali ci opponiamo con tutte le nostre forze?

mercoledì 3 novembre 2010

L'essere umano. Questo enigma....

Noi esseri umani siamo strani, sì lo ammetto. Lo sono io per prima. A volte penso che abbiamo un gusto sottile nel farci male, come se farci male, in qualche modo ci permetta di sentirci vivi.
Passano giorni che scorrono lievi sulle nostre esistenze e che di solito ignoriamo, fingendo che non ci appartengano. Come se da attori ci trasformassimo improvvisamente in spettatori e ci mettessimo in prima fila a guardare il film della nostra esistenza.
Sono i giorni in cui cerchiamo di evadere da noi stessi, dai nostri pensieri, filtrando quelli dolorosi e succhiando stille da quelle poche cose che ci fanno stare bene, che sia un sorriso, un saluto, un semplice pensiero.
Poi ci sono quei giorni in cui invece ci si stanca di fare gli spettatori e si scende sul palcoscenico. Si comincia a rileggere il copione scritto per noi e a ripetere la parte.
Sono i giorni in cui ci si rende conto di ciò che conta e di ciò che è superfluo, sono i giorni in cui si smette di fingere che tutto va bene, che tutto è un arcobaleno di colori, quando invece la tempesta imperversa. E allora ci sforziamo far uscire fuori tutto ciò che ci fa male.
Ma è un male sottile, un male quasi piacevole, un male che ci fa ricordare di avere un'Anima, che spesso confiniamo nel baule degli abiti da scena che non si utilizzano più.
Ogni tanto me ne ricordo anch'io, la tiro fuori da quel baule e le do una rinfrescata, la stendo al sole per farle perdere la puzza di chiuso, e torno a indossarla.
E' un po' stropicciata, ma è mia, e se sento dolore è perché evidentemente la mia anima è ancora capace di provare Emozioni, se sento dolore è perché provo qualcosa, se gli occhi mi pungono e arriva quel nodo in gola che non riesco a reprimere e che sfocia con un mare salato, è perché la mia Anima è ancora viva, perché ha bisogno di vivere e ha bisogno di respirare, e ha bisogno di un abbraccio e di un sorriso.
Io ne regalo spesso di sorrisi, regalo parole di conforto, regalo abbracci, lo faccio con piacere, perché fa parte di me, ma quando concentro tutta me nei confronti degli altri, fingendo di essere sempre sorridente, speranzosa e felice, è perché non indosso me stessa.
Oggi sono me stessa, vesto la mia Anima con i miei colori, forse arbitrariamente mi faccio anche male. Ma ho bisogno di sentirmi, di percepirmi, di ascoltare le mie gioie e anche i miei dolori.
Non caccio indietro i pensieri, gli impulsi, i ricordi.
Non cerco distrazioni per sorridere, quando voglia di sorridere non ne ho.
Non riesco ad essere confortante, quando io per prima avrei bisogno di un conforto.
Un conforto che non chiedo, non ne sono capace, se non con le persone che mi conoscono profondamente, e che spesso non hanno neanche bisogno che gli dica come sto, perché mi sanno leggere e perché arbitrariamente decido di farmi leggere.
Oggi sono malinconica, triste, nostalgica, chiedo malinconia, tristezza, nostalgia, perché mi fanno sentire viva, e mi fanno sentire me stessa, in un mondo che ha sempre più bisogno di esternare la parte fasulla di sé, quell'ottone che spesso viene ostentato come oro, quei sorrisi che mostrano i denti e le rughette vicino alle labbra, ma che non sono accompagnati dalla luce negli occhi e dal calore dell'Anima.
La mia malinconia mi illumina gli occhi e l'Anima, perché mi dimostra che ancora vivo, e che se provo dolore è perché qui dentro, in questo corpo di piccola donna, c'è ancora un cuore, che batte, sente, percepisce, vive.

martedì 2 novembre 2010

Un minuto di pensiero vale più di un'ora di parole.

Chissà se davvero è così.
Se viene più apprezzato un pensiero silenzioso che delle chiassose esternazioni.
Se arriva più un silenzio che parole profuse a ripetizione, solo per mettersi in mostra.
Oggi la mia vuole essere una riflessione un po' dissonante da questo contesto.
So di essere prolissa e logorroica e di non risparmiare mai parole.
Anzi molto spesso dovrei schiacciarmi la lingua tra i denti perché son certa di parlare fin troppo, anche laddove forse, un silenzio sarebbe più che gradito.
Ma al di là del mio essere loquace, non esercito mai le mie capacità oratorie per mettermi in mostra e per attirare l'attenzione delle persone a tutti i costi.
Sia nel bene, che nel male.
Mi sorprendo sempre più spesso, invece, di vedere come alcune persone non si risparmino mai pur di mettersi al centro del mondo, come studino espedienti calibrandoli al millesimo, pur di attirare l'attenzione su di sé.
Mi viene in mente una citazione di Henry Ford a riguardo:

Le anatre depongono le loro uova in silenzio. Le galline invece starnazzano come impazzite. Qual è la conseguenza? Tutto il mondo mangia uova di gallina.


Sarà davvero così?