Il crepuscolo -pensai allora- è solo un'illusione, perché il sole è sempre così sopra o sotto la linea dell'orizzonte. Ciò significa che il giorno e la notte sono legati come poche altre cose al mondo, non possono esistere l'uno senza l'altro e tuttavia non possono esistere insieme. Come ci si può sentire, pensai, quando si è sempre uniti e sempre divisi?

mercoledì 3 novembre 2010

L'essere umano. Questo enigma....

Noi esseri umani siamo strani, sì lo ammetto. Lo sono io per prima. A volte penso che abbiamo un gusto sottile nel farci male, come se farci male, in qualche modo ci permetta di sentirci vivi.
Passano giorni che scorrono lievi sulle nostre esistenze e che di solito ignoriamo, fingendo che non ci appartengano. Come se da attori ci trasformassimo improvvisamente in spettatori e ci mettessimo in prima fila a guardare il film della nostra esistenza.
Sono i giorni in cui cerchiamo di evadere da noi stessi, dai nostri pensieri, filtrando quelli dolorosi e succhiando stille da quelle poche cose che ci fanno stare bene, che sia un sorriso, un saluto, un semplice pensiero.
Poi ci sono quei giorni in cui invece ci si stanca di fare gli spettatori e si scende sul palcoscenico. Si comincia a rileggere il copione scritto per noi e a ripetere la parte.
Sono i giorni in cui ci si rende conto di ciò che conta e di ciò che è superfluo, sono i giorni in cui si smette di fingere che tutto va bene, che tutto è un arcobaleno di colori, quando invece la tempesta imperversa. E allora ci sforziamo far uscire fuori tutto ciò che ci fa male.
Ma è un male sottile, un male quasi piacevole, un male che ci fa ricordare di avere un'Anima, che spesso confiniamo nel baule degli abiti da scena che non si utilizzano più.
Ogni tanto me ne ricordo anch'io, la tiro fuori da quel baule e le do una rinfrescata, la stendo al sole per farle perdere la puzza di chiuso, e torno a indossarla.
E' un po' stropicciata, ma è mia, e se sento dolore è perché evidentemente la mia anima è ancora capace di provare Emozioni, se sento dolore è perché provo qualcosa, se gli occhi mi pungono e arriva quel nodo in gola che non riesco a reprimere e che sfocia con un mare salato, è perché la mia Anima è ancora viva, perché ha bisogno di vivere e ha bisogno di respirare, e ha bisogno di un abbraccio e di un sorriso.
Io ne regalo spesso di sorrisi, regalo parole di conforto, regalo abbracci, lo faccio con piacere, perché fa parte di me, ma quando concentro tutta me nei confronti degli altri, fingendo di essere sempre sorridente, speranzosa e felice, è perché non indosso me stessa.
Oggi sono me stessa, vesto la mia Anima con i miei colori, forse arbitrariamente mi faccio anche male. Ma ho bisogno di sentirmi, di percepirmi, di ascoltare le mie gioie e anche i miei dolori.
Non caccio indietro i pensieri, gli impulsi, i ricordi.
Non cerco distrazioni per sorridere, quando voglia di sorridere non ne ho.
Non riesco ad essere confortante, quando io per prima avrei bisogno di un conforto.
Un conforto che non chiedo, non ne sono capace, se non con le persone che mi conoscono profondamente, e che spesso non hanno neanche bisogno che gli dica come sto, perché mi sanno leggere e perché arbitrariamente decido di farmi leggere.
Oggi sono malinconica, triste, nostalgica, chiedo malinconia, tristezza, nostalgia, perché mi fanno sentire viva, e mi fanno sentire me stessa, in un mondo che ha sempre più bisogno di esternare la parte fasulla di sé, quell'ottone che spesso viene ostentato come oro, quei sorrisi che mostrano i denti e le rughette vicino alle labbra, ma che non sono accompagnati dalla luce negli occhi e dal calore dell'Anima.
La mia malinconia mi illumina gli occhi e l'Anima, perché mi dimostra che ancora vivo, e che se provo dolore è perché qui dentro, in questo corpo di piccola donna, c'è ancora un cuore, che batte, sente, percepisce, vive.

4 commenti:

  1. E' che si dovrebbe avere la possibilità di avere qualcuno al fianco che è ben consapevole di ciò che la nostra Anima chiede, seppur a bassa voce.
    L'urlo della tua malinconia dovrebbe uscire e farsi sentire... ma ancor meglio sarebbe se non ci fosse per nulla questa sensazione e che al suo posto prevalga il sorriso e la pienezza.

    Mi auguro che il tuo grido arrivi lontano.. e si faccia udire.

    Joh

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  2. Sì, è vero, a volte ci piace crogiolarci nella nostra malinconia, ed è anche giusto farlo, ma lo possiamo fare solo quando i figli non ci osservano, perchè, non so se è accaduto anche a te, ma i figli si spaventano nel vedere mamma triste. Un abbraccio, ciao!

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  3. Aspetto anche i tuoi versi natalizi da pubblicare.

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  4. Joh, confido che il tuo augurio si trasformi in realtà.
    Ornella, evito sempre di palesare la mia malinconia ai miei figli. Mi dipingo un sorriso sul viso,e poi con loro è facile, sono la luce dei miei occhi.
    Stella, sono stata un po' presa in questi giorni. Spero di poter buttar giù due righe e di fartene dono.
    Un abbraccio a tutte e grazie!

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