Il crepuscolo -pensai allora- è solo un'illusione, perché il sole è sempre così sopra o sotto la linea dell'orizzonte. Ciò significa che il giorno e la notte sono legati come poche altre cose al mondo, non possono esistere l'uno senza l'altro e tuttavia non possono esistere insieme. Come ci si può sentire, pensai, quando si è sempre uniti e sempre divisi?

lunedì 30 giugno 2014

Niente mi sfiora, ma tutto mi tocca l'anima.



Perché non smettiamo mai di svegliarci dentro gli stessi sogni? Mi faccio spesso questa domanda. A volte ho l'impressione che il tempo si sia fermato...che il contatto con la pelle non sia mai svanito. Perché alcune presenze, che ritroviamo solo nei sogni, sono più intense e vere che mai, tanto da percepire le dita che si intrecciano, il fluire del tempo che corre sui quadranti degli orologi, sempre troppo in fretta, ma che in ogni secondo si riempie d'eternità? Mi faccio spesso queste domande, ma altrettanto spesso, glisso le risposte, che so essere già dentro di me, perché spero che arrivi qualcuno e mi racconti un'altra verità...una verità che non sia quella cruda che vedo io, ma che contenga l'essenza stessa del sogno...Una verità in cui nulla appaia com'è, cancellando il vapore sul riflesso dello specchio della realtà. Una verità che sia come un regalo di compleanno inaspettato, come un fiore che sboccia sotto la neve a gennaio, come parole nuove che sboccino nell'anima. Parole nuove e piene di speranze, speranze che siano l'altra verità, sfaccettatura ombrosa di una realtà che non vorrei m'appartenesse. Ma al risveglio, ogni mattina, mi ritrovo in un paesaggio in cui non vedo nessun fiore sotto la neve, ma solo il suo riflesso bianco, anche in queste calde giornate di giugno, un riflesso così bianco da far male al cuore. Vorrei dare un senso a queste parole incrociate e disordinate, ogni giorno , quando apro gli occhi, ogni giorno dal giorno in cui ho preso coscienza, che alcune cose si modificano ma che non si possono e che non voglio distruggere, perché hanno edificato dei castelli nella mia anima, castelli in cui io sono ancora la stessa principessa di sempre, che aspetta alla finestra, tra boccate fumose, il suo principe che arriva a rapirla col suo cavallo bianco...Mi sento così piccola a volte, e così fragile, anche se sono stata capace di costruirmi una corazza, anche se tutto il dolore che ho covato dentro mi ha resa per certi versi più spinosa, ma anche molto più frangibile: un semplice soffio può far sbriciolare i petali che ho lasciato appassire negli anfratti segreti del libro della memoria. Perché non smetto di svegliarmi dentro lo stesso sogno? Fondamentalmente lo so, vorrei sussurrare a quell'anima stanca ed evanescente che incontro nelle mie notti agitate di venirmi più vicino, non importa se ci sono stati nuovi sogni, quelli sono ormai passati, non importa quanto abbia regalato agli altri dei tasselli della sua anima, si sa che l'intero spesso si ricompone, non importa se ciò che era non ritornerà tal e quale a com'era, mi sta bene ciò che è, ciò che è stato, ciò che era, come mi parlava, quei sussurri spesso stanchi, quegli sguardi pieni anche nei momenti di silenzio. Vorrei sussurrargli di restare, di essere, come nessuno è mai riuscito a essere mai. Vorrei sussurargli se posso tenerlo ancora, anche quando fa male, anche quando torna in silenzio e in punta di piedi, ma i suoi passi fanno un rumore assordante nella mente e nel cuore. Quei passi silenziosi che fanno subito rumore. Vorrei chiedergli cosa sente dentro...e dirgli che io mi sento come un foglio bianco scarabocchiato con un inchiostro indelebile. Che il tempo non può cancellare. Che continua a scrivere, a parlare, a sussurrare con quella voce roca: torna. Anche se io non sono mai partita, malgrado le apparenze. Che di quei ricordi non me ne sono mai dimenticata, che continuo a vivere quei sogni, in bilico tra la ragione e l'anima. Vorrei dirgli che ho scoperto quanto "sia silenzioso il destino, quando, d'un tratto, esplode." Di raccontarmi di come tutto scorre e tutto rinasce. Vorrei dirgli che non mi pento del tempo speso a ingrandire l'illusione, raccolgo conchiglie, lettere, ricami di pensiero e fantasie...Non fa male...l'ho scelto io. Aspettarlo. Aspettarmi. Aspettarci.

martedì 3 giugno 2014

Rompere il silenzio....

Volevo scriverti, non per sapere come stai tu, ma per sapere come si sta senza di me. Io non sono mai stata senza di me e quindi non lo so. Vorrei sapere cosa si prova a non avere me che mi preoccupo di sapere se va tutto bene, a non sentirmi ridere, a non sentirmi canticchiare canzoni stupide, a non sentirmi parlare, a non sentirmi sbraitare quando mi arrabbio, a non avere me con cui sfogarsi per le cose che non vanno, a non avermi pronta lì a fare qualsiasi cosa per farti stare bene. Forse si sta meglio, o forse no. Però mi e venuto il dubbio e vorrei anche sapere se ogni tanto questo dubbio è venuto anche a te. Perché sai, io a volte me lo chiedo come si sta senza di te, poi però preferisco non rispondere, che tanto va bene così. Ho addirittura dimenticato me stessa per poter ricordare te.

S.K.